Massaggi Cinesi

Massaggio per italiani vs per cinesi

Due pesi e due misure che viaggiano su binari paralleli

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    Ultimamente mi sto concentrando sempre più nel sacro graal:
    Accedere ai servizi che le cinesi offrono ai loro connazionali.

    Argomento molto spinoso e Morgul1974 mi ha consigliato di affrontarlo pubblicamente.

    Non racconterò esplicitamente gli ingressi fantasma a questo mondo ma alcune situazioni e chiederò a voi cosa ne pensate e come vi sareste comportati.

    Episodio 1 cmc che non esiste
    Trovo informazioni su questo negozio, dove a quanto mi dicono lavorano ragazze "giovani", sia ben chiaro il concetto di giovani per i cinesi è dai 18/19 anni ad i 25/27 anni, 30 anni è vecchia.
    Posso di mattina e non trovo l'insegna e la saracinesca è abbassate, è quasi mezzogiorno, provo a vedere l'ingresso del palazzo perché magari l'ingresso è dal retro del negozio, nel mentre vedo aprire la saracinesca.
    Faccio presente che questo in passato è stato un centro massaggi.
    Suono alla porta del negozio, mi apre una tipa che mi guarda dalla testa ad i piedi, mi chiede cosa volessi, risposta palese, un massaggio. La tipa con la scusa che stavano facendo dei lavori mi rimbalza, pranzo in una pizzeria vicina e riprovo dopo circa un'ora, rimbalzato definitivamente.

    Episodio 2 hotel con coperte
    Situazione differente acquisisco un contatto di WeChat che prospetta tutta una serie di coperte per uso fast food o pernottamento. I prezzi variano in base all'età ed alla bellezza oltre al tempo.
    Quando capiscono che sono italiano, lo scambio di messaggi è esclusivamente in cinese, mi bloccano il consulto del catalogo ed alla richiesta dei costi per i servizi mi propongono un listino che è doppio rispetto a quello offerto ad i connazionali.
    Non è stato un rimbalzo diretto ma temo che nel momento in cui tenterò di accedere troveranno una scusa.

    Episodio 3 casa privata con giovani

    In realtà questo è un episodio che mi capita più spesso, racconto l'ultimo.
    Contatto la padrona di casa tramite WeChat e mi fornisce la via, so per certo che al momento ha due ragazze di 20/23 anni, confermo che in giornata, finito il mio giro di lavoro la contatto per andarla a trovare.
    Finito il lavoro vado in zona, trovo un parcheggio impossibile, arrivo nella via e chiamo, mi risponde e quando comprende che sono italiano attacca. La contatto tramite WeChat e si scusa dicendo che non aveva capito che ero italiano.

    In questi posti si trovano spesso ragazze che lavorano solo occasionalmente per coprire debiti o per guadagnare velocemente soldi per aprire poi attività in proprio, arrivano da famiglie che non hanno possibilità economiche e loro invece hanno grandi ambizioni.

    Non pubblicano mai fotografie vere, ma solo molto somiglianti, per evitare di essere riconosciute e c'è sempre una selezione che la ragazza può fare, senza essere vista, per evitare di incontrare conoscenti.

    Io sono molto seccato da questo razzismo che hanno nei nostri confronti.
    Ho ipotizzato questioni di fiducia, di dimensioni, di lingua per questi rimbalzi.

    Voi cosa ne pensate?

    Sempre Stanchissimo 69
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    Edited by Stanchissimo69 - 19/4/2024, 14:44
     
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    Situazioni che personalmente non ho ancora vissuto; forse perchè nelle zone che frequento non esistono "centri riservati ai cinesi" o magari esistono ma non ne sono al corrente.
    Può darsi che le ragazze che ci lavorano abbiano esplicitamente richiesto di poter operare solo con connazionali;
    può darsi che i connazionali siano più generosi della clientela italiana (anche se dubito);
    può darsi che trattandosi di soggetti intenzionati a praticare l'attività per un limitato periodo di tempo, non vogliano esporsi pubblicamente.
    Sinceramente non credo che il problema risieda nelle "dimensioni" o nella lingua: in molti cm pubblici operano ragazze che non spiaccicano una sillaba in italiano.
    Non vorrei che fosse la clientela cinese a non voler fra i piedi gli stranieri!
    Effettivamente mi è capitato rarissimamente di veder accedere un cinese in un salone OTR.
     
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    CITAZIONE (Dionigi da Alicarnasso @ 19/4/2024, 14:49) 
    Situazioni che personalmente non ho ancora vissuto; forse perchè nelle zone che frequento non esistono "centri riservati ai cinesi" o magari esistono ma non ne sono al corrente.

    Mi risultano situazioni più o meno simili, per quel che riguarda case e negozi, in tutta Italia, spesso sento dire che la ragazza xxx si è spostata a: Padova, Venezia, Roma, Prato, Firenze, Bologna

    CITAZIONE
    Può darsi che le ragazze che ci lavorano abbiano esplicitamente richiesto di poter operare solo con connazionali;

    Questo può essere. Ma non sottovalutare le dimensioni, non perché gli occidentali hanno effettivamente dimensioni maggiori, ma perché loro si nutrono anche della nostra pornografia, dove siamo ben rappresentati.

    CITAZIONE
    può darsi che i connazionali siano più generosi della clientela italiana (anche se dubito);

    Qui devi considerare che la qualità proposta è diversa per cui i prezzi che propongono sono superiori e negli ultimi anni anche molto esclusivi, non stiamo parlando delle tane naturalmente..

    CITAZIONE
    ...
    Non vorrei che fosse la clientela cinese a non voler fra i piedi gli stranieri!
    Effettivamente mi è capitato rarissimamente di veder accedere un cinese in un salone OTR.

    Ho personalmente vissuto una scenata tra una operaia di un negozio OTR ed un cinese perché mi aveva visto con lei, si è abbastanza normale qui, frequentando negozi "borderline", sentire un cinese dall'altra parte del muro.

    PS le donne cinesi non si fanno mettere i piedi sulla testa dai connazionali e gli rispondo per le rime e reagiscono per dimostrare la loro indipendenza

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    Buongiorno a tutti cari congregati e colleghi.
    Riprendo volentieri l'invito che proposi al collega ed amico Stanchissimo di estendere questo argomento sulle pagine del forum, in virtù di alcuni scambi di opinione e di punti di vista che sono avvenuti tra noi due su questo tema, in tempi assai recenti.
    Senza voler entrare specificatamente nel dettaglio dei luoghi e delle situazioni, quello che mi premeva analizzare era proprio la natura di questo fenomeno, che posso confermarvi anche io essere piuttosto diffuso, anche se ben "mimetizzato" nel panorama per lo meno del territorio milanese.
    L' appropriata titolazione del post da parte del collega Stanchissimo offre già di per sé la cifra esatta della situazione e rappresenta l'esistenza di un mondo parallelo, che ho motivo di credere sia però emerso e si sia conseguentemente sviluppato e ramificato da almeno una ventina d'anni qua in Italia.
    Già in tempi non sospetti, ricordo fortemente alcuni passaggi e segnalazioni da parte di altri esimi colleghi ( rammento ad esempio gli interventi di illustri confratelli quali Giobatta o Conosenzaolio ) i quali avevano illustrato - a margine di discussioni più ampie e di altro genere - alcune tra le dinamiche più interne e meno conosciute del panomara "mandorlato" sulle trattative e le negoziazioni tra connazionali di etnia cinese, all'indomani della diffusione del fenomeno collegato agli arrivi massivi dalla terra del Sol Levante, per lo meno nell' epoca pre-covid.
    Ritengo valide e assolutamente coerenti le tesi e le opnioni condivise sia da Dionigi che da Stanchissimo; forse l'elemento meno discriminante potrebbe essere effettivamente quello legato alle dimensioni del membro maschile.
    Una certa analogia in relazione alle tariffe applicate la ritrovo tra questo mondo e quello dei ristoranti ( italiani ) specie nelle più blasonate e note località turistiche di alta gamma, dove spesso è riscontrabile la disparità di trattamento e di tariffario tra clientela italiana ed estera.
    Ritengo che questo mondo parallelo, poggi le basi su una più ampia e capillare rete di interessi, di informatori e di collegamenti "ponte" tra contatti presenti sul territorio italiano e altri punti di riferimento in terra orientale.
    Anche questi argomenti sono già stati in parte sviluppati e ripresi da alcuni colleghi in passato e per altre argomentazioni, ma mai è stato prima d'ora affrontato a tutto tondo il fenomeno, di cui credo nessuno tra i presenti abbia notizie che possano definirsi certe, incontrovertibili e soprattutto "fresche".
    Un caro saluto a tutti e a presto.

    Edited by Morgul1974 - 20/4/2024, 15:15
     
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    L'esistenza di questo "mondo parallelo, almeno per quel che riguarda tane e negozi è documentabile l'esistenza da più di 20 anni. Probabilmente prima la diffusione era limitata al passaparola o al massimo tramite giornali cartacei, noi usavamo il mitico "Secondamano" i cinesi "il giornale di strada" con uscita settimanale.
    Adesso con la diffusione di internet e dei traduttori automatici questi mondi paralleli sono molto vicini e facilmente consultabili ed è alto il desiderio di poter inzuppare il biscotto nel piatto del vicino, sapendo poi che il cuoco ha lasciato per lui il piatto migliore, fresco e non annacquato...


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    "Io sono molto seccato da questo razzismo che hanno nei nostri confronti.
    Ho ipotizzato questioni di fiducia, di dimensioni, di lingua per questi rimbalzi.
    Voi cosa ne pensate?"

    Buonasera a tutti i congregati e colleghi del forum.
    Vorrei ricollegarmi all' inciso del confratello Stanchissimo per affrontare più compiutamente il tema, osservandolo sotto la lente del divario culturale e sociale, in particolare se associato a quello stigma a volte sottile, ma altre volte più esplicito e dichiaratamente marcato che da sempre aleggia attorno all' approccio tra culture così distanti e differenti: la nostra più marcatamente occidentalizzata contro la loro, evidentemente più radicata e ancorata a valori e canoni profondamente legati all' orientalita' millenaria che li contraddistingue.
    Spesso mi sono domandato se culture così diverse potessero trovare realmente elementi di congiunzione, che travalicassero il mero mercimonio o il collante dello scambio pecuniario alla base dei rapporti più elementari.
    Mi riferisco evidentemente all' interesse nella ricerca del diverso, intendendo questo esercizio come compendio emotivo di ritorno dalla conoscenza dell' altro, specialmente quando i rapporti risultano tanto distanti e differenti.
    Questo mio ragionamento in prefazione per interrogarmi sulle cause del razzismo, che anche io in prima persona ho avvertito in alcune circostanze del mio vissuto massaggifero o comunque in rapporto all' etnia mandorlata.
    Nel dettaglio ho incontrato nel corso degli anni, situazioni piuttosto discutibili o quantomeno fastidiose, in ambienti collegati ad esempio al mondo dei classici karaoke cinesi, quali per esempio le sale KTV, ai circoli privati, o ancora a tutto quel corollario di eventi o circostanze nelle quali tali organizzazioni contavano un nutrito numero di partecipanti di etnia spiccatamente cinese.
    È sempre stata una sensazione palpabile, tangibile, riscontrata nei comportamenti, nei gesti, a volte perfino negli sguardi, quando la barriera comunicativa impediva o ostacolava la possibilità di esprimersi chiaramente o compiutamente.
    Credo fortemente che questa prassi si ripeta fedelmente e pressoché identica anche in relazione al panorama descritto dal collega Stanchissimo.
    Sono poi e in ogni caso altrettanto convinto che lo stesso discorso valga, ribaltato, anche da parte nostra ( come italiani ) nei loro riguardi.
    Esistono in definitiva figli e figliastri, clienti di serie A e di serie B, o perfino di serie Z, nell' esatto momento in cui ti considerano o ti appellano al pari di un maiale ( cito testualmente ), per via dell' odore che emani dai pori della tua pelle occidentale.
    E più in dettaglio ritengo che questa "forma mentis" si possa declinare con bassissimo grado di errore o di difetto in episodi nei quali il razzismo sfocia nella riluttanza alla concessione dell' offerta o al libero scambio, anche dietro il ricorso di una nutrita formula economica.
    Voi cosa ne pensate?
    Avete mai riflettuto su queste possibilita'?
    Un caro saluto a tutti.
    Morgul

    Edited by Morgul1974 - 21/4/2024, 00:11
     
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    Francamente non credo sia questione di dimensioni, quanto piuttosto culturali. Per i china l'auto tedesca, i vestiti firmati, per le signore le borse griffate sono status simbolo molto più che per noi. Con le gheishe è uguale. Solo alcuni se le possono permettere, a volte le ostentano e vogliono il meglio. Il tutto mi è stato raccontato da un conoscente che lavora molto con i cinesi ed è stato introdotto nel loro mondo. Sono molto chiusi e diffidenti, se porti soldi e capiscono che si possono fidare ok, ma sennò non si aprono ed il loro mondo resta per noi precluso. Qui arrivano gli scarti di quell'elite che si può permettere certi lussi, il "giocattolo" usato e logoro che si sono stufati di avere tra le mani

    Edited by Maslover - 21/4/2024, 08:26
     
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    Ciò che hai scritto Morgul1974 mi pone degli spunti di riflessione.

    Si in effetti il razzismo è sempre in due direzioni, lo dimentico facilmente, c'è molta diffidenza nei cinesi considerati dai più con poca igiene, maleducati e ignoranti, rissosi.
    Luoghi comuni dovuti anche a pochi che però si notano sulla maggioranza.
    Non frequento i ktv da molti anni e solo una volta, in Pellegrino Rossi, ho trovato un gruppetto di ragazzotti che voleva fare rissa perché io non ero cinese, ma sono stati sedati immediatamente dal proprietario, che era mio conoscente.
    Penso che la forma di razzismo nei nostri confronti è derivante anche da una questione che temono che noi non comprendiamo la metodologia con cui loro risolvono certi problemi.
    Personalmente per lavoro mi trovo spesso a combattere questa mentalità, ho molti clienti cinesi, tendono a complicarsi la vita per evitare situazioni troppo burocratiche.
    Poi senza girarci troppo intorno, io cerco in un ambiente che non è più borderline, come ha detto giustamente Dionigi, la soluzione migliore è presentarmi con un cinese conosciuto, ma preferisco andare e pagare io.

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    Edited by Dionigi da Alicarnasso - 22/4/2024, 10:45
     
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